Sarpi, Paolo
Pensieri medico-morali
Perciò l'ira regna ne' più deboli come le infiamazioni nelle
parti deboli è adonque imperfezzione
«
Quid magis ridiculum iracundia in vanum tumultum»
Ti è rifferito o tu l'intendi in peggior senso
Tu hai fatto l'istesso verso lui verso altri o lo puoi fare e lo
fareste perciò
«
Omnibus verbis quae dicuntur etc.
»
Tu lo meriti
Né quello dice tutti li tuoi diffetti
Anzi non doverreste turbarti ma guardare che occasione ne
hai dato tu che il male viene da tè e nessuna cosa fa più sde-
gnare che il dire «non meritava»
Ti ammonisce all'avvenire
È tuo esercizio
A tutti li muodi ti è dannosa ti fa danno alla sanità
Poi «
cum inferiore sordidum cum pari anceps cum supe-
riore furiosum
»
Perché «
qui levem iniuriam silentio terre nolit quanta
oportet
»
Se per vindicartene è vano, la vera e naturale ira è per
evitar il presente male o il futuro, per vendicare la passata è
pazzia
e se ti vuoi vindicare lo farrai meglio senza colera e senza
mostrarti
E forse non ti riuscirà e te lo fai diffidente che potreste
avere molti beni da lui forse egli non crede averti offeso
E poi per vindicarti siedi e gambetta
E «
vindicta contumeliosum genus despicientia
»
Questa tua ira deponila perché o un gran timore o una
grand'allegrezza la farrebbe passare
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