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Plato - Epinomis » Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 641

Sarpi, Paolo

Pensieri medico-morali


Perciò l'ira regna ne' più deboli come le infiamazioni nelle
parti deboli è adonque imperfezzione
«Quid magis ridiculum iracundia in vanum tumultum»
Ti è rifferito o tu l'intendi in peggior senso
Tu hai fatto l'istesso verso lui verso altri o lo puoi fare e lo
fareste perciò
«Omnibus verbis quae dicuntur etc.»
Tu lo meriti
Né quello dice tutti li tuoi diffetti
Anzi non doverreste turbarti ma guardare che occasione ne
hai dato tu che il male viene da tè e nessuna cosa fa più sde-
gnare che il dire «non meritava»
Ti ammonisce all'avvenire
È tuo esercizio
A tutti li muodi ti è dannosa ti fa danno alla sanità
Poi «cum inferiore sordidum cum pari anceps cum supe-
riore furiosum
»
Perché «qui levem iniuriam silentio terre nolit quanta
oportet
»
Se per vindicartene è vano, la vera e naturale ira è per
evitar il presente male o il futuro, per vendicare la passata è
pazzia
e se ti vuoi vindicare lo farrai meglio senza colera e senza
mostrarti
E forse non ti riuscirà e te lo fai diffidente che potreste
avere molti beni da lui forse egli non crede averti offeso
E poi per vindicarti siedi e gambetta
E «vindicta contumeliosum genus despicientia»
Questa tua ira deponila perché o un gran timore o una
grand'allegrezza la farrebbe passare

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