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Averroes - In De generatione animalium » Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 609

Sarpi, Paolo

Pensieri medico-morali


l'animo ha la sua, et alla consuetudine, ch'una cosa manco buo-
na si deve preporre ad una migliore nuova et insuave.
L'animo ancora avendo le sue età, ha li morbi più alieni, e
più conformi a quelle. Da questi non bisogna temer tanto, ma
da quelli molto. «Minus periclitatur, quorum naturae, aetati
et habitui morbi affines
». Per il che bisogna saper li vizi di
ciascuna età, come nel secondo della Retorica.
Bisogna distinguer li vizi che sono con piacere dell'animo, e
quelli che sono con furore. «Desipiscentiae cum risu securiores,
cum studio et serio periculosiores
» et è bene sapere che chi
non conosce il suo vizio è in mal stato; «qui dolent et dolorem
non sentiunt his mens aegrotat
».
Li rimedi non si devono applicare nelli principii o nelli au-
gumenti, che mentre la materia corre si dà occasione di con-
corer più: «initia morborum quies curat», «remedia in remis-
sionibus prosunt
», se non sono per rivellere o per repellere.
Rivellere non devi, se non quando li umori non vano per le
strade che bisogna, ma no se vanno: chi è irrato con gl'amici,
sfoghi l'ira contro gl'inimici: et è proporre oggetti, dove senza
gran vizio può sfogare l'affetto: overo proporre un oggetto
facile, onde possi immediate esalarlo tutto. E qualche volta al
contrario per dividere la flussione overo causare un effetto più
potente, al quale correndo l'animo tutto abbandoni il primo; ad
un irrato proporemo un'altra materia d'ira, ad un inamorato
due amori.
La rivulsione si deve fare quanto si può a distanzia, ne è
utile nello stato e colmo, ma solo nel principio, sì come anco
repellentibus uti, ma nel colmo quiescendum.
Delli remedi non solo le qualità devono esser considerate, ma
ancora le quantità per commensurarle alla grandezza del morbo

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