Sarpi, Paolo
Pensieri medico-morali
Anzi instruisci il tuo appetito alli piaceri conforme all'età
né contrastar con gl'apetiti naturali, ch'è un navegar contro
aqua, perché essendo tratenute le naturali inclinazioni, l'imagi-
nazione ci fabrica dentro piaceri stravaganti al triplo: ond'è
bene far conoscer a buon'ora il vero, che non sono tanto gran
cose.
Alli robusti e forti d'animo per li bisogni del corpo non
pigliar oggetto che muova l'animo, il quale non deve se non
assistere, né a quelli dell'animo pigliarne che muova il corpo,
ma secondo Socrate, «
cavendo cibos qui non esurientes in-
vitent».
Alli deboli proibire la temperanza, com'agl'altri la voluttà, la
qual a loro sarà la salsa: a chi difficilmente si nutrisce si dano
li condimenti. Generalmente il corpo né segua né s'astenga a
danno dell'animo, né l'animo a danno del corpo.
L'allegrezza è la cosa che devi procurare sopra tutte. Sa-
pientissime li Greci che salutavano dicendo <
Χαῖρε> sapendo
«
tantum tibi e sapientia quantum e gaudio deesse
». Questa
è la tranquilità o securità dell'animo da Democrito chiamata
<
εὐθυμία>: «
Est elatio animi suis rebus, viribus fidentis»,
et allora sarà gionto al colmo della felicità, quando «
tibi ex te
gaudium omne nascetur
», qualità che non può esser se non
nel solo savio. «
Omnis stultitia laborat fastidio sui
». Ti
bisogna per questo fondarti in te solo, perché «
qui alteri
innititur potest cadere», e come un <finno> di Tacito, «
se-
curus adversus homines, securus adversus Deos; assecutus rem
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