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Aristoteles - De anima » Biblia, 1 Cor » Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 614

Sarpi, Paolo

Pensieri medico-morali


Anzi instruisci il tuo appetito alli piaceri conforme all'età
né contrastar con gl'apetiti naturali, ch'è un navegar contro
aqua, perché essendo tratenute le naturali inclinazioni, l'imagi-
nazione ci fabrica dentro piaceri stravaganti al triplo: ond'è
bene far conoscer a buon'ora il vero, che non sono tanto gran
cose.
Alli robusti e forti d'animo per li bisogni del corpo non
pigliar oggetto che muova l'animo, il quale non deve se non
assistere, né a quelli dell'animo pigliarne che muova il corpo,
ma secondo Socrate, «cavendo cibos qui non esurientes in-
vitent
».
Alli deboli proibire la temperanza, com'agl'altri la voluttà, la
qual a loro sarà la salsa: a chi difficilmente si nutrisce si dano
li condimenti. Generalmente il corpo né segua né s'astenga a
danno dell'animo, né l'animo a danno del corpo.
L'allegrezza è la cosa che devi procurare sopra tutte. Sa-
pientissime li Greci che salutavano dicendo <Χαῖρε> sapendo
«tantum tibi e sapientia quantum e gaudio deesse». Questa
è la tranquilità o securità dell'animo da Democrito chiamata
<εὐθυμία>: «Est elatio animi suis rebus, viribus fidentis»,
et allora sarà gionto al colmo della felicità, quando «tibi ex te
gaudium omne nascetur
», qualità che non può esser se non
nel solo savio. «Omnis stultitia laborat fastidio sui». Ti
bisogna per questo fondarti in te solo, perché «qui alteri
innititur potest cadere
», e come un <finno> di Tacito, «se-
curus adversus homines, securus adversus Deos; assecutus rem


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