BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plinius Caecilius Secundus, Gaius - Epistulae » Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 615

Sarpi, Paolo

Pensieri medico-morali

omnium difficillimam, ut ne voto quidem tibi opus sit». Il
saper goder il suo esser è una perfezzione divina per la quale
«cum Diis ex pari vivitur».
Per questo «assuescendum condicioni tuae, et quam mini-
mum de illa querendum, et quidquid habet circa se commodi
aprehendendum
». Fuggi il vizio comune d'abbassar la tua et
inalzar l'aliena, et alzar il prezzo delle cose che non hai, et
abassarlo a quelle che possiedi.
Non desiderare le condizioni d'altrui, perché non ha magior
lode nella tragedia di chi rappresenta la persona del re, che del
servo; e desidera le condizioni degl'altri chi non sa l'uso delle
sue: esce di sé, perché non sa quello che si faccia in sé.
E se bene quella condizione è buona in altri, non sarebbe
buona in te, t'impedirebbe la secuzione e l'uso di quelle cose
per le quali la desideri, e «qui alienam personam agit indecore
facit, et obmittit quam poterat implere, et tamen interim suam
gerit
» che chi è montato su le zanche, camina anco con le
sue gambe, e con maggior dificoltà, se bene fa più lunghi i
passi.
L'ordinario tuo trattenimento sii in te solo, si può amar mol-
te cose, ma non sposar altri che sé, fugendo però la <φιλαυτία>,
perché l'amatore vede nella cosa amata altro di quello che ci è
e che vede il comune, e ci pone assai cose col calore dell'ima-
ginativa e fa arrogante.
Sì come ti devi pregiare della condizion tua, così voglio che
le cose amate da te abbiano la loro, sei uomo mortale, sei

pagina successiva »
 
p. 615