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Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 620
Sarpi, Paolo
Pensieri medico-morali
in te è virtù di usarlo a tuo proffitto segua in qualunque modo.
Il male successo non cercar di mutarlo; non è necessario che
si muti in bene, perché può mutarsi in male maggiore. Il vec-
chio è più conosciuto e più soportabile.
Se avenirà bene, attendi a goderlo con celerilà, secondo il
consiglio di Salomone, «
in die bono esto in bono
, nihil de hac
hora promititur, festinandum est,
et temporis brevitas celeri-
tate compensanda, quamcumque Deus
tibi fortunaverit ho-
ram
».
La virtù è «
non vinci voluptatibus», ma non «
uti
praesentibus», ma solo «
absentium non esse sollicitum». La
voluttà non bisogna seguirla, né fugirla, ma riceverla, e se è
troppo grande guardaci dentro l'amo, et abbi sempre suspette
le insidie della fortuna.
Questo precetto si dà al robusto, e che venendo il caso ha
forza assai per superare il male; il debole conviene si esserciti
per aquistare le forze. L'essercizio della virtù è quello di Epa-
minonda, «
a licitis et concessis voluptatibus abstinere».
Ma secondo l'istesso Salamone
se vi avenirà male,
cave, e s'è
male da apparenza, fa com'al cavalo ombroso, fallo gustare e
vedere che non è quale appare; ma se è reale meschiaci del
bene e del male, che le vivande amare si fano gustevoli per la
mistura del miele.
Devi passar il tempo, quando è cativo et incomodo: quando
è buono non lo passare, ma trattienlo e trittalo: et Epicuro
concedendo la memoria delle voluttà passate e l'imaginazione
delle future, concesse li castelli in aria.
L'
Evangelio bene insegna, «
sufficit diei malitia sua
», et E-
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