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Orpheus - Argonautica » Sarpi, Paolo Pensieri medico-morali - p. 624

Sarpi, Paolo

Pensieri medico-morali


contatto. «Est aliquid quod ex viro bono etiam tacente profi-
cias
», «ex conspectu mutuae tranquillitatis crescet utriusque
laetitia
»: quantunque il frutto non sarà molto grande, per-
ché la sanità non è contagiosa.
Guardati grandemente dalla conversazione degl'incomposti
che fanno attaccare li costumi; e perché le virtù sono poche e
li vizi inumerabili, la comunicazione è più a male che a bene:
ma dalli viziosi, se sei necessitato praticare con loro, impara
come gli Spartani dalli Iloti.
Leggi ancora essempi di persona dell'una e dell'altra condi-
zione, non curando se siano veri o finti; perché chi scrive vite
accomoda al suo senso e carattere che vuole rappresentare, et
almeno lascia la metà del vero.
Bisognerebbe aver sempre inanzi agl'occhi un savio per esem-
plare perfetto, ma bisogna sia savio chi deve conoscer il savio.
Contentati di avere un Socrate, quale ti deve essere non solo
esemplare, ma custode e pedante, sì ch'ogn'azzione tu vestito
della sua persona ti riprendi et ammonisci, et un altro imper-
fetto come un Tersite per evitare li suoi costumi, dicendo come
Platone: assomeglio io in alcuna cosa a questo?
Da ogni cosa impara obiective et circumspice, che di bene
puoi di là trare; tutto ti serva di libro, e ti sarà anco di solazzo
osservare le azzioni delli savi, massime fatte con molta acortez-
za; non meno ch'alli putti quelle delli pazzi, e perché le cose
usate non muovono cerca le nuove, che ti servano per nuovo
libro, che non sapia la mente, e per tanto non accerti.
Più ha da imparare (disse Catone) il savio dal mato ch'il
mato dal savio. Osserva più li volgari che li letterati o acco-

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