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Aristoteles - Analytica posteriora » Bruno, Giordano Spaccio - p. 514

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


sce quel loco nel quale (per essere la sedia piú eminente)
voglio che faccia la sua residenza la Veritade, perché
là le unghie de la detrazzione non arivano, il livore de
l'invidia non avelena, le tenebre de l'errore non vi
profondano. Ivi starà stabile e ferma, là non sarà exa-
gitata da flutti e da tempeste; ivi sarà sicura guida di
quelli che vanno errando per questo tempestoso pela-
go d'errori, et indi si mostrarà chiaro e terso specchio
di contemplazione». Disse il padre Saturno: «Che farre-
mo di quella Orsa maggiore? propona Momo». E lui
disse: «Vada (perché la è vecchia) per donna di compa-
gna de quella minore giovanetta; e vedete che non gli
dovegna roffiana: il che se accaderà, sia condannata ad
servir a qualche mendico, che con andarla mostrando, e
con farla cavalcare da fanciulli et altri simili, per curar la
febre quartana et altre picciole infirmitadi, possa gua-
dagnar da vivere per lui e lei». Dimanda Marte: «Che
farremo di quel nostro Draggonaccio, o Giove?»; «Dica
Momo» rispose il padre; e quello: «La è una disutile be-
stia e che è meglio morta che viva; però, se vi pare man-
diamola ne l'Ibernia, o in un'isola de l'Orcadi a pascere:
ma guardate bene, ché con la coda è dubio che non fac-
cia qualche ruina di stelle con farle precipitar in mare».
Rispose Apolline: «Non dubitar, o Momo, perché or-
dinarò a qualche Circe o Medea, che con quei versi con
gli quali si seppe addormentare quando era guardiano
de le poma d'oro, adesso di nuovo insoporato sia
trasportato pian pianino in terra; e non mi par che deb-
ba morire, ma si vada mostrando ovunque è barbara
bellezza: perché le poma d'oro saranno la beltade, il dra-
go sarà la fierezza, Giasone sarà l'amante, l'incanto
ch'addormenta il drago sarà che
Non è sí duro cor che proponendo,
tempo aspettando, piangendo et amando,
e talvolta pagando, non si smuova:
né sí freddo voler, che non si scalde.


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