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Plutarchus - De Alexandri Magni fortuna aut virtute » Bruno, Giordano Spaccio - p. 584

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


go sua patria, tolto il regno a Preto, restituito quello a
Crisio fratello, vendicatosi su l'ingrato e discortese re de
l'isola Serifia; per cui dico si supera ogni vigilanza, si
tronca ogni adversa occasione, si facilita ogni camino et
accesso, s'acquista ogni tesoro, si doma ogni forza, si to-
glie ogni cattività, s'ottiene ogni desio, si defende ogni
possessione, si gionge ad ogni porto, si deprimeno
tutti adversarii, si esaltano tutti amici, e si vendicano tut-
te ingiurie: e finalmente si viene ad ogni dissegno. Or-
dinò dumque Giove, e questo ordine approvaro tutti
dèi, che la faticosa e diligente Sollecitudine si facesse in-
nante. Et ecco che la comparve avendosi adattati gli ta-
lari de l'impeto divino con gli quali calpestra il som-
mo bene populare, spreggia le blande carezze de le
voluttadi che come Sirene insidiose tentano di ritardarla
dal corso de l'opra che la ricerca et aspetta. Appiglia-
tasi con la sinistra al scudo risplendente dal suo fervore,
che di stupida maraviglia ingombra gli occhi desidiosi et
inerti; compresa con la destra la serpentina chioma di
perniciosi pensieri a' quai sottogiace quell'orribil capo
di cui l'infelice volto da mille passioni di sdegno, d'ira,
di spavento, di terrore, di abominio, di maraviglia, di
melancolia e di lugubre pentimento disformato, sassifica
et instupisce chiunque v'affigge gli occhi; montata
su quell'aligero cavallo della studiosa perseveranza con
il quale a quanto si forza, a tanto arriva e giunge, supe-
rando ogni intoppo di clivoso monte, ritardamento di
profonda valle, impeto di rapido fiume, riparo di siepe
densissime e di quantunque grosse et alte muraglia; ve-
nuta dumque in presenza del sacrosanto senato, udí dal
sommo preside queste paroli: «Voglio, o Diligenza, che
ottegni questo nobil spacio nel cielo, perché tu sei quel-
la che nutri con la fatica gli animi generosi. Monta, su-
pera e passa con uno spirto, se possibil fia, ogni sassosa
e ruvida montagna
. Infervora tanto l'affetto tuo, che
non solo resisti e vinci te stessa, ma et oltre non abbi


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