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Plato - Respublica » Bruno, Giordano Spaccio - p. 587

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


contrade. Fà, Industria mia, meco glorioso quello essilio
e travagli: sopra la quiete, sopra quella patria tranquilli-
tade, commoditade e pace. Su Diligenza, che fai? per-
ché tanto ociamo e dormiamo vivi, se tanto tanto dovia-
mo ociar e dormire in morte? Atteso che se pur
aspettiamo altra vita o altro modo di esser noi, non sarà
quella nostra, come de chi siamo al presente: percioché
questa, senza sperar giamai ritorno, eternamente pas-
sa. Tu Speranza che fai, che non mi sproni, che non
m'inciti? Su fà ch'io aspetti da cose difficili exito saluta-
re, se non mi affretto avanti tempo, e non cesso in tem-
po
: e non far ch'io mi prometta cosa per quanto viva, ma
per quanto ben viva. Tu Zelo, siimi sempre assistente,
a fine ch'io non tente cose indegne di nume da bene, e
che non stenda le mani a quei negocii che sieno caggio-
ne di maggior negocio. Amor di gloria, presentami avan-
ti gli occhi quanto sia brutto a vedere e cosa turpe di es-
ser sollecito della sicurtà nell'entrata e principio del
negocio. Sagacità, fà che da le cose incerte e dubie non
mi retire, né volte le spalli, ma da quelle pian piano mi
discoste in salvo. Tu medesima (acciò ch'io non sia ri-
trovata da nemici, et il furor di quelli non mi s'avente so-
pra) confondi seguendomi gli miei vestigi. Tu mi fà
menar gli passi per vie distanti da le stanze de la Fortu-
na: perché la non ha lunghe le mani, e non può occupar
se non quelli che gli son vicini, e non essagita se non co-
lor che si trovano dentro la sua urna. Tu farai ch'io
non tente cosa, se non quando attamente posso: e fammi
nel negocio piú cauta che forte, se non puoi farmi equal-
mente cauta e forte. Fà ch'il mio lavoro sia occolto e sia
aperto: aperto, acciò che non ogniuno il cerca et inquira;
occolto, acciò che non tutti ma pochissimi lo ritroveno.
Perché sai bene che le cose occolte sono investigate, e le
cose inserrate convitano gli ladroni. Oltre, quel che ap-
pare è stimato vile, e l'arca aperta non è diligentemente
ricercata, et è creduto poco preggiato quello che non si


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