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Aristoteles - Analytica posteriora » Bruno, Giordano Spaccio - p. 603

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


nazione al sporco amor di gargioni. «Se dumque, Ocio,
consideri quello che si deve considerar da questo, trovarai
che non per tanto nella tua aurea etade gli uomini erano
virtuosi, perché non erano cossí viziosi come al presente:
atteso che è differenza molta tra il non esser vizioso e l'es-
ser virtuoso; e non cossí facilmente l'uno si tira da l'altro,
considerando che non sono medesime virtudi dove non
son medesimi studi, medesimi ingegni, inclinazioni e
complessioni. Però per comparazione da pazzi et inge-
gni cavallini, aviene che gli barbari e salvatici si tegnon
megliori che noi altri Dei, per non esser notati di que' vizii
medesimi: per ciò che le bestie le quali son molto meno in
tai vizii notabili che essi, saranno per questo molto piú
buone che loro. A voi dumque, Ocio e Sonno, con la vo-
stra aurea etade converrà bene che non siate vizii qualche
volta et in qualche maniera: ma giamai et in nessun modo
che siate virtudi. Quando dumque tu Sonno non sarai
sonno, e tu Ozio sarai Negocio, all’ora sarete connumera-
ti tra virtudi, et essaltati». Qua il Sonno si fece un passet-
to avanti, e si fricò alquanto gli occhi per dire ancora lui
qualche cosetta, et apportar qualche picciolo proposito
avanti il Senato, per non parer d'esservi venuto in vano.
Quando Momo il vedde cossí suavemente rimenarsi
pian pianino, rapito dalla grazia e vaghezza de la dea Osci-
tazione che, come aurora avanti il sole precedeva avanti a
lui, in punto di voler far ella il prologo; e non osando di
scuoprir il suo amor in conspetto de gli Dei, per non esser-
gli lecito di accarezzar la fante, fece carezze al signore in
questa foggia (dopo aver gittato un caldetto suspiro) par-
lando per lettera, per fargli piú riverenza et onore:
«Somne, quies rerum, placidissime somne Deorum,
pax animi, quem cura fugit, qui corpora duris
fessa ministeriis mulces reparasque labori...
»;
non sí tosto ebbe cominciata questa cantilena il dio de le
riprensioni (il quale per la già detta caggione s'era di-


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