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Cicero, Marcus Tullius - De officiis » Bruno, Giordano Spaccio - p. 642

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


strar di aver de la bestia. Questo nessuno avanti, né al-
cuno da poi ha possuto piú efficacemente esprimere, che
il duca e legislatore del popolo giudeo. Quel Mosè dico,
che in tutte le scienze de gli Egizzii uscí addottorato da
la corte di Faraone. Quello che nella moltitudine di
segni vinse tutti que' periti nella maggia: in che modo
mostrò l'eccellenza sua, per esser divino legato a quel
popolo, e representator de l'autorità del dio d'Ebrei? vi
par che calando giú del monte Sina con le gran tavole,
venesse in forma d'un uomo puro, essendo che si pre-
sentò venerando con un paio di gran corna, che su la
fronte gli ramificavano? avanti la cui maestral presenza
mancando il cuore di quel popolo errante ch'il mirava,
bisognò che con un velo si cuoprisse il volto: il che pure
fu fatto da lui per dignità e per non far troppo familiare
quel divino e piú che umano aspetto.
Saulino Cossí odo ch'il gran Turco quando non
porge familiare udienza, usa il velo avanti la sua perso-
na. Cossí ho visto io gli Religiosi di Castello in Genova
mostrar per breve tempo e far baciar la velata coda, di-
cendo: «Non toccate, baciate: questa è la santa reliquia
di quella benedetta asina che fu fatta degna di portar il
nostro Dio dal monte Oliveto a Ierosolima. Adorate-
la, baciatela, porgete limosina: «Centuplum accipietis,
et vitam aeternam possidebitis
».
Sofia Lasciamo questo, e venemo al nostro propo-
sito. Per la legge e decreto di quella nazion eletta nessu-
no si fa re, se non con dargli de l'oglio con un corno
in testa: e dal sacrato corno è ordine che esca quel re-
gio liquore, perché appaia quanta sia la dignità de le
corna le quali conservano, effondeno e parturiscono la
regia maestade. Or se un pezzo, una reliquia d'una be-
stia morta è in tanta riputazione, che devi pensar d'una
bestia viva e tutta intiera, che non ha le corna impronta-
te, ma per eterno beneficio di natura? Séguito il pro-


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