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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Bruno, Giordano Spaccio - p. 643

Bruno, Giordano

Spaccio de la bestia trionfante


posito secondo la mosaica autoritade, la quale nella leg-
ge e scrittura sempre non usa altre minacce che questa,
o simili a questa: «Ecco, popolo, mio, che dice il nostro
Giova: “Spuntarò il vostro corno, o transgressori di
miei precetti. O prevaricatori della mia legge, fiaccarò,
dileguarò le vostre corna. Ribaldi e scelerati, vi scornarò
ben io”». Cossí per l'ordinario non usa altre promesse
che questa, o simili a questa: «Te incornarò certo: per
mia fede, per me stesso ti giuro, che ti adaptarò le corna,
popolo mio eletto. Popolo mio fedele, abbi per fermo,
che non arranno male le tue corna: di quelle non si sce-
marà nulla. Generazione santa, figli benedetti, inalzarò,
magnificarò, sublimarò le corna vostre, perché denno
essere exaltate le corna de' giusti». Da onde appare
aperto, che ne le corna consiste il splendor, l'eccellenza
e potestade: perché son cose da eroi, bestie, e dèi.
Saulino Onde aviene che è messo in consuetudine
di chiamar “cornuto” uno per dirlo uomo senza riputa-
zione, o che abbia perso qualche riputata specie di onore?
Sofia Onde aviene che alcuni ignoranti porcini alle
volte ti chiamano filosofo (quale, se è vero, è piú onora-
to titolo che possa aver un uomo) e te lo dicono come
per dirti ingiuria o per vituperarti?
Saulino Da certa invidia.
Sofia Onde aviene che alcun pazzo e stolto tal volta
da te vien chiamato filosofo?
Saulino Da certa ironia.
Sofia Cossí puoi intendere che o per certa invidia o
per certa ironia aviene che quei che sono, o che non sono
onorati e magnifici, vegnono nomati cornuti. — Conchiu-
se dumque Iside per il Capricorno, che per aver egli le
corna e per esser egli una bestia, et oltre aver fatti dovenir
gli dèi cornuti e bestie (il che contiene in sé gran dottrina
e giudicio di cose naturali e magiche circa le diverse rag-


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