BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Hesiodus - Opera et dies » Machiavelli, Niccolò Il Principe - p. 126

Machiavelli, Niccolò

Il Principe


spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d'ogni
sorte mina. E benché fino a qui si sia monstro qualche
spiraculo in qualcuno, da potere iudicare che fussi or-
dinato da Dio per sua redenzione, tamen si è visto
da poi come, nel più alto corso delle azioni sua, è stato
dalla fortuna reprobato. In modo che, rimasa sanza
vita, espetta qual possa esser quello che sani le sua
ferite, e ponga fine a' sacchi di Lombardia, alle taglie
del Reame e di Toscana, e la guarisca di quelle sue
piaghe già per lungo tempo infistolite. Vedesi come
la prega Dio che le mandi qualcuno che la redima da
queste crudeltà et insolenzie barbare. Vedesi ancora
tutta pronta e disposta a seguire una bandiera, pur che
ci sia uno che la pigli. Né ci si vede al presente in
quale lei possa più sperare che nella illustre casa vo-
stra, quale con la sua fortuna e virtú, favorita da Dio
e dalla Chiesia, della quale è ora principe, possa farsi
capo di questa redenzione. Il che non fia molto difficile,
se vi recherete innanzi le azioni e vita dei sopranno-
minati. E benché quelli uomini sieno rari e maravi-
gliosi, non di manco furono uomini, et ebbe ciascuno
di loro minore occasione che la presente: perché l'im-
presa loro non fu più iusta di questa né più facile, ne
fu a loro Dio più amico che a voi. Qui è iustizia grande:
«iustum enim est bellum quibus necessarium, et pia
arma ubi nulla nisi in armis spes est
». Qui è dispo-
sizione grandissima; né può essere, dove è grande di-


pagina successiva »
 
p. 126