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Plinius Secundus, Gaius - Naturalis historia » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 544

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino


Ritorno di Platone nella celeste patria e le sue lodi.
Morì Platone nel giorno del suo Natale, e sanza du-
bitatione alcuna egli fornì ottanta uno anno: e per que-
sto i magi che allhora in Atene si ritruovavano, fecero sa-
crificii e immolationi a Platone, pensando lui havere havuto
maggior sorte che humana. Perché egli un perfettissimo
numero haveva fornito il quale fanno nove volte nove in
se multiplicate. E quello che è maraviglioso, essendo egli
in quella età, e nel proprio giorno che morì scriveva. Del
quale dice Cicerone : «è ancora una placida e piacevole vec-
chiezza di colui che quietamente, puramente e elegan-
temente è vivuto, come fu quella di Platone, il quale di
ottantuno a non scrivendo morì». Seneca ancora afferma
ciò essere a Platone intervenuto per il benefitio de la sua
continenza e gran diligenza nel vivere. Sono molti che
dicono lui esser passato scrivendo, alcuni essendo egli a
tavola a certe nozze, levate le vivande, disputando voglio-
no che al cielo se ne ritornasse. Aristotile nel tempio un'al-
tare e una statua a Platone con questo Epigramma
consacrò.
Aristotile questo altare a Platone ha consecra-
to, huomo il quale è cosa empia che da li tristi sia lodato.
Soggiunse poi.
Che con virtù, parol, vita, e costumi
Ammonì ognuno, e buon ricordi diede
Accioché con virtù vivan felici.
Né tempo alcun produrrà mai tal huomo.

Aggiunsero molti altri savii e dotti huomini molti versi
in lode di Platone, ma principalmente tre Epigramme.
Del primo questo è il suggetto. Per temperanza e giusti-


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