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Orpheus - Hymni » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 703

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino


certo offenderebbono. Perché niuno la divina verità
offender debbe, che con la charità è congiunta. Sono
molti filosofi che dicono la verità de le cose essere oscu-
rissima. Ma io penso che assai più oscura sia la volon-
tà de gli huomini. Perché la verità con gli proprii se-
gni e vestigii de le cose a le volte si ritruova, e con cer-
ti inditii discerner si puote, perché da una determina-
ta cagione depende, e sempre la medesima si mostra.
Ma la humana volontà, non havendo la sua libertà ter-
minata cagione, e in ogni momento movendosi, né con
vestigii né con segni certi si investiga. Massime concio-
sia che ella per la simulatione e dissimulatione, spesse
volte segni tra loro contrarii dimostri. Adunque pri-
ma che lo diate fuore consegliatevene con voi stesso, e
con quelli che al Papa carissimi sono. In somma al Pon-
tefice et a gli altri sia letto, se con tanta buona gratia si
penserà potersi leggere con quanta buona volontà da
me è stato composto. Altrimente tenetelo appresso di
voi perché dove niente giocar mi puote niente voglio
che nocevole mi sia. Iddio una humil fortuna m'ha da-
to, già la fortuna poca robba, hora pochissima mi con-
cede. Io a Iddio obbedisco, et a la fortuna cedo, a la
poca robba acconsento, e de la piccola mia sorte conten-
to sono purché sicura sia. Fortunato colui al quale una
mediocre fortuna accade
. Felice quello che de la sua for-
tura si contenta. Io per certo sono di poche cose conten-
to, accioché spesso mi contenti: perché costoro sono assai
da apprezzare, e quelli che molto da apprezzare pa-
iono più tosto essere apprezzati meritono. Beati gli
poveri di spirito
e Beati gli pacifici. Il presente anno


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