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Simplicius - In Physicam » Plato - Timaeus » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 724

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino


da cosa simile et a lei conveniente è presa. La ragion
matematica è questa. Perché Mercurio (il che gli poeti
hanno da gli Astrologi imparato) è de l'ingegno donato-
re e de la Cetra maestro. Colui adunque che nascendo
benignamente non risguarda Mercurio, vediamo per
il più come un asino e a la lira et a le lettere poco atto
mostrarsi. E per il contrario coloro ad ambedue queste cose
attissimi sono, gli quali Mercurio de la lira e de le lette-
re maestro benignamente ha risguardato. State sano Fore-
se mio. Il quale quantunque la cieca fortuna poco, Mer-
curio al meno benignamente assai ha risguardato. E sap-
piate Forese mio che poi che io dissi: «State sano», subbito
mi rizzai e presi la lira, e così cantai un lungo mio canto,
cominciandomi dai versi d'Orfeo. Voi anchora perché
havrete letto in questa mia littera l'ultimo state sano
se savio sarete subbito vi leverete su, e la lira pigliere-
te dolce alleggierimento d'ogni fatica. Di Carreggio a li
VIII di Settembre MCCCCLXXVIII.
Marsilio Ficino.

Che un maldicente altrimenti offender non ti puote,
che facendoti similmente maledico doventare.

Al suo M. Giovanni Cocchio.


Quel vostro nimico non per altra cagione dice mal
di voi, se non perché voi anchora degno d'essere
palesamente vituperato vi mostrate, et accioché ne l'a-
nimo vostro vi turbiate. Se voi come egli ha fatto vi mo-
verete verso di lui e di lui direte male; egli ha acquista-


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