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Theages » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 769

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino


questo Christo maestro de la vita nostra, dice: «non è in
questo mondo il mio regno
». Christo essendo eterno Re
del tutto, come quello, per il quale e dal quale tutte le co-
se erono state fatte e per questo essendo egli ab eterno
herede d'ogni cosa ordinato, nondimeno tutte quelle co-
se che sotto il rapidissimo avolgimento del cielo senza
stabilità alcuna nascono, e sono comosse, e da una nimica
mistione di contrarii sono confuse, e al tutto corrotte,
tal cose dico Christo negò esser per sue, come che tal cose ve-
ramente non siano, ma falsamente a noi esser mostri-
no, come quelle che siamo infermi addormentati e paz-
zi, conciosia che queste cose temporali non siano vera-
mente cose, anzi ombre de le cose eterne. Et tutti quelli
che i simulachri in cambio de le cose stesse accettono,
questi tali senza dubbio come imbriachi, matti, o addor-
mentati da le ombre e da i sogni sonno ingannati. Que-
sti per certo vanno errando, soli e per l'oscura ombra
de la notte per le case infernali e voti regni
. Dice Or-
pheo: «Plutone appresso gli infernali al populo de i so-
gni signoreggiare
», e gli Pittagorici dicono essere infer-
nali tutti quelli, che ne la regione sotto la Luna si ri-
truovano. Non volse il nostro Christo come io penso di
sogni e di pazzie Re esser chiamato. Ragionevolmente
adunque quelli vani regni del mondo schifando così pare
che a le orecchie nostre con la voce risuoni. O troppo
sciocche e insensate menti de i mortali, o ciechi petti, do-
ve ruinate voi: perché così paventosamente di timor v'empi-
te? che cosa così ansiamente seguitate? o misere non ve-
dete voi che insano furore vi sbatte e commuove. Da
una parte le false ombre de i mali vi spaventano, da l'al-


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