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Orpheus - Argonautica » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 73

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino


rirgli quanto egli durerà di conoscere che egli gratiosa-
mente ha queste gratie da Iddio solo ricevute. State sano.
Di Fiorenza a li XXI di Gennaio nel MCCCCLXXIII.
Marsilio Ficino.

Riprende uno del non havere scritto.

Al Reverendo M. Marsilio
Ficino Platonico.


O che falso giudicio ch'io haveva fatto di voi, hora veg-
go che quel proverbio è vero che dice   lontan da gli oc-
chi, lontan dal cuore
. Ma chi l'harebbe mai creduto, nol
credendo a pena io vedendolo? Io vi ho già mandate due
lettere, et voi apena me n'havete rescritta una, e quella sì
piccola che se se ne levassero quelle prime parole ordina-
rie con le quali si salutano gli amici, e la data, e il giorno
non ci restarebbe quasi altro; mi direte che non si conviene
ad un filosofo parlar troppo, non si conviene ancora esser
muto. Percioché voi sapete che Terentio ci insegnò che noi
non devessemo in cosa alcuna peccar nel troppo. Il quale
ammaestramento egli l'hebbe da i Greci. Ma e mi par ve-
dere fin di qui la cagione che fa che voi non vi ricorda-
te più di me. Percioché havendo sempre davanti a gli occhi,
quel S. Christofano la chiesa del quale hora è vostra, la
grandezza del suo corpo è tale, che vi tolle il poter vede-
re ogn'altra cosa, e fa infra voi e me come una Eclisse, del
che sì mi maraviglio, sì ancora non posso trovare parole
con le quali v'accusi come voi meritareste; percioché non
può esser parola così aspra e ingiuriosa, che la vostra ta-
citurnità non sia assai peggiore, per la quale havete mancato
a la vostra fede, e a la nostra amicitia. Certamente che io


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