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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Ficino, Marsilio Le divine lettere - p. 149

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino



Mostra la nobiltà, l'utilità, e l'uso de la medicina.

A lo eccellente fisico
Messer Tommè Valori.


Leggete M. Tommè honorando quel verso che è
appresso d'Homero che in nostra lingua suona:
«Un sol medico a molti ugual sia detto».
Il che disse egli non sanza ragione. Percioché l'arte del
medicare, secondo che le sacre lettere hebree ci insegna-
no è piu tosto dono di Iddio che inventione d'huomini do-
ve si legge: «Honorerai il medico percioché l'è stato da l'al-
tissimo per le bisogne humane creato
». Oltra di questo gli
gentili ancora vogliono che gli Iddii fussero di questa arte
inventori, onde hanno sempre dato divini honori a Iside ad
Apollo ad Esculapio, e a molti altri che singulari medici
sono stati, e che sia il vero eglino dedicorono sacrati tem-
pii a Chirone, Machaone, a Podalirio, a Hippocrate et a
Hermagora. Queste cose già confermò Hippocrate scri-
vendo a li Abderiti, dicendo che la medicina era dono di
Iddio, e da ogni servitù libera, e che egli non haveva mai
presa mercede alcuna per l'opera sua. E in un'epistola
che egli scrive a Filemone dice che la Medicina è simile
al Vaticinio, percioché di queste due arti è Apollo un me-
desimo padre il quale predice l'infirmità che venir deb-
bono, e sana ancora coloro che da infirmità sono oppressi.
Di qui viene che si dice che Pithagora, Empedocle, Apol-
lonio, hanno guarite le infirmità non tanto con l'herbe
quanto con le parole. E Emagro pensava che prima s'ha-
vesse da purgare l'animo de l'infermo con sante ammo-


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