Machiavelli, Niccolò
L'Arte della guerra
con solenni pompe e con gran dimostrazione tra gli amici e parenti
le
dimostravano.
Non è adunque maraviglia se quel popolo acquistò
tanto
imperio, avendo tanta osservanza di pena e di merito verso di
quegli che, o per loro
bene o per loro male operare, meritassono o lo-
de o biasimo
;
delle quali cose converrebbe osservare la maggior
parte. Né mi pare da tacere un
modo di pena da loro osservato:
il quale era che, come il reo era innanzi al tribuno o
il consolo con-
vinto, era da quello leggermente con una
verga percosso; dopo la
quale percossa, al reo era lecito fuggire e a tutti i soldati
ammazzarlo,
in modo che subito ciascuno gli traeva o sassi o dardi, o con altre
armi
lo percoteva, di qualità ch'egli andava poco vivo e radissimi ne
campa-
vano, e a quegli tali campati non era lecito tornare a
casa, se non con
tanti incommodi e ignominie ch'egli era molto meglio
morire.
Vedesi questo modo essere quasi osservato da' Svizzeri, i quali fanno
i
condannati ammazzare popularmente dagli altri soldati. Il che è
bene
considerato e ottimamente fatto, perché a volere che uno non sia
defensore d'uno
reo, il maggiore rimedio che si truovi è farlo punito-
re di
quello; perché con altro rispetto lo favorisce e con altro diside-
rio brama la punizione sua quando egli proprio ne è essecutore,
che
quando la essecuzione perviene ad uno altro. Volendo adunque
che uno non
sia negli errori sua favorito da uno popolo, gran rimedio
è fare che il popolo l'abbia
egli a giudicare. A fortificazione di
questo si può addurre lo essemplo di Manlio
Capitolino, il quale, es-
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