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Caporali, Cesare - La corte » Giovio, Paolo Dialogo dell'imprese - p. 108

Giovio, Paolo

Dialogo dell'imprese militari et amorose



Dom.: Ditemi, Mons., fra gli altri Signori Re-
gnicoli più antichi di questo, non ce ne fu alcuno che
portasse qualche bella impresa? Gio.: Ce ne sono stati,
certo, ma io non mi ricordo se non di due; l'una
d'Andrea di Capoua, Duca di Thermole, che fu d'e-
stremo valor militare, e l'altra di Thomaso Carrafa,
Conte di Matalone. Il Duca nel fiore dell'età sua, es-
sendo stato creato Capitano generale da Papa Giulio,
morì a Civita Castellana con qualche sospetto di ve-
leno, che gli fu dato forse da chi gli portava invidia di
tanto honore. Usava per impresa questo Signore un
mazzo di corsesche da lanciare, volendo dire che non
gli mancherebbono armi da lanciare per non lasciarsi
accostare i nimici; era il motto:   Fortibus
non deerunt
.


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