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Prose » Giovio, Paolo Dialogo dell'imprese - p. 157

Giovio, Paolo

Dialogo dell'imprese militari et amorose


è più che verissimo. E per chi pensa con ogni dili-
genza mondana trovare schermo alla fortuna che
viene dal cielo, che così vuole intendere il Fato,
che non è altro che la volontà divina, la quale ha
più forza che la virtù e solertia humana, s'inganna
molto. È ben vero che in mia gioventù, essendo io
preso d'amore in Pavia, fui necessitato per non far
peggio a prendere un partito dannoso per salvar la
vita, e volendo mostrar la necessità che mi sforzò
feci quell'animale che in Latino si chiama Fiber
ponticus
e Castore in volgare; il quale, per fuggi-
re dalle mani de' cacciatori, conoscendo d'esser per-
seguitato per conto de' testicoli che hanno molta
virtù in medecina, da sé stesso, non potendo fuggire,
se gli cava co' denti e gli lascia a' cacciatori, come
narra Giovenale; con un motto di sopra che
diceva in Greco   Ἀνάγκη, che vuol
dire necessità, alla quale (sì come
scrive Luciano) ubidi-
scono gli huomini
e gli Dei.


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