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Aristoteles - Ars rhetorica » Persius Flaccus, Aulus - Saturae » Giovio, Paolo Dialogo dell'imprese - p. 19

Giovio, Paolo

Dialogo dell'imprese militari et amorose


plicò il Cappellano, come huomo che si dilettava di
far qualche sonetto, che andava in zoccoli per le
rime: questa è malignità invidiosa; soggiungendo:
che domine importa al duca Lorenzo che 'l buon
Papa Leone habbia cortesemente laureato l'Abate
Baraballo e fattolo triumphare su l'Elefante? Di
maniera che la cosa andò all'orecchia del Cardina-
le, e si prese una gran festa di M. Domitio come
di Poeta magro e Cappellano di piccola levatura.

È inoltre da osservare che non ci sia intelletto
di molta superbia e presuntione, ben che habbia bel
corpo e bell'anima, perch'ella rende vano l'auto-
re, come fu quella che portò il gran Cardinale di
S. Giorgio, Rafael Riario, il quale mise in mille


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