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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Galilei, Galileo A Cristina di Lorena - p. 1043

Galilei, Galileo

Lettera a Madama Cristina di Lorena (1615)


Sole, si fermerebbono le conversioni di tutti i pianeti. E come che
della mirabil forza ed energia del Sole io potessi produrne gli
assensi di molti gravi scrittori, voglio che mi basti un luogo solo
del Beato Dionisio Areopagita nel libro De divinis nominibus; il
quale del Sole scrive così: "Lux etiam colligit convertitque ad se
omnia, quae videntur, quae moventur, quae illustrantur, quae cale-
scunt, et uno nomine ea quae ab eius splendore continentur. Itaque
Sol Ilios dicitur, quod omnia congreget colligatque dispersa." E
poco più a basso scrive dell'istesso Sole: "
Si enim Sol hic, quem
videmus, eorum quae sub sensum cadunt essentias et qualitates,
quamquam multae sint ac dissimiles, tamen ipse, qui unus est
aequabiliterque lumen fundit, renovat, alit, tuetur, perficit, dividit,
coniungit, fovet, foecunda reddit, auget, mutat, firmat, edit, movet,
vitaliaque facit omnia, et unaquaeque res huius universitatis, pro
captu suo, unius atque eiusdem Solis est particeps, causasque
multorum, quae participant, in se aequabiliter anticipatas habet;
certe maiore ratione
" etc. Essendo, dunque, il Sole e fonte di
luce e principio de' movimenti, volendo Iddio che al comanda-
mento di Iosuè restasse per molte ore nel medesimo stato immo-
bilmente tutto 'l sistema mondano, bastò fermare il Sole, alla cui
quiete fermatesi tutte l'altre conversioni, restarono e la Terra e
la luna e 'l Sole nella medesima costituzione, e tutti gli altri pia-
neti insieme; né per tutto quel tempo declinò 'l giorno verso la
notte, ma miracolosamente si prolungò: ed in questa maniera col
fermare il Sole, senza alterar punto o confondere gli altri aspetti
e scambievoli costituzioni delle stelle, si potette allungare il giorno
in Terra, conforme esquisitamente al senso literale del sacro testo.
Ma quello di che, s'io non m'inganno, si deve far non piccola
stima, è che con questa costituzione Copernicana si ha il senso
literale apertissimo e facilissimo d'un altro particolare che si legge
nel medesimo miracolo; il quale è, che il Sole si fermò nel mezo
del cielo. Sopra 'l qual passo gravi teologi muovono difficoltà:
poi che par molto probabile che quando Giosuè domandò l'allun-
gamento del giorno, il Sole fusse vicino al tramontare, e non nel
meridiano; perché quando fusse stato nel meridiano, essendo al-
lora intorno al solstizio estivo, e però i giorni lunghissimi, non par
verisimile che fusse necessario pregar l'allungamento del giorno


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