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Plinius Secundus, Gaius - Naturalis historia » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 916

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


O ego cum dominam aspicerem, quam fortiter illhic
Versarem valido pingue bidente solum,

cioè: oh come rivolgerei io fortemente la grassa terra e in somma zappe-
rei con una gagliarda marra in mano, quando io mirassi la donna e
signora mia
, che ve ne parrebbe? Non sarebbe ella stomacosa e
goffa? Non giudicherebbe ognuno che il Serafino non ci fusse per
nulla? E so bene, o almeno credo, che cotali concetti, così fattamente
vestiti, sieno in quello idioma non dico comportevoli, ma lodevolissimi;
il che dimostra la differenza che è da questa lingua a quella. Dove
trovate voi negli altri linguaggi concetti d'amore così fatti e così detti
come sono questi?
Allhora insieme in men d'un palmo appare
Visibilmente quanto in questa vita
Arte, ingegno, natura e 'l ciel può fare.

Dove questi altri?
Al tuo partir, partì del mondo amore
E cortesia, e 'l sol cadde dal cielo,
E dolce incominciò farsi la morte.

Ma egli bisognerebbe che io vi recitassi tutto il Petrarca, se volessi
tutte le leggiadrie e bellezze sue raccontarvi; dal quale, tutto che non
ragioni mai d'altro che d'amore, può la più leggiadra e la più casta
donna che mai fusse, non solo leggerlo, ma apparare in leggendolo
nuova castità e nuova leggiadria. Di Dante non dico cosa nessuna,


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