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Plinius Secundus, Gaius - Naturalis historia » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 488

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


e ciò sono la pittura e la scultura, che fanno conoscere solamente i corpi
e a tempo, e una perfetta, cioè l'eloquenza, la quale fa conoscere non
solamente i corpi, ma gli animi, non a tempo, ma perpetualmente; e
questo è quello che volle dottissimamente e non meno con verità che con
leggiadria significare messer Francesco Petrarca, quando scrivendo al
signor Pandolfo Malatesta da Rimini così famoso nelle lettere come nel-
l'armi disse:
Credete voi che Cesare, o Marcello,
O Paulo, od Affrican fusser cotali
Per incude giamai nè per martello?
Pandolfo mio queste opere son frali
A lungo andar, ma 'l nostro studio è quello
Che fa per fama gli huomini immortali.

Dunque se l'essere è la prima, e la più degna, e la più non solo
desiderevole, ma disiderata cosa che sia, anzi, che essere possa, e l'esse-
re intelligibile è più nobile e più perfetto senza comperazione dell'essere
sensibile, e le belle e buone scritture ne danno l'essere intelligibile, certa
cosa è che lo scrivere bene e pulitamente è la più nobile e la più perfetta
cosa e in somma la più desiderevole non solo che facciano, ma eziandio
che possano fare gli huomini per acquistare eterna fama e perpetua gloria
o a sé medesimi o ad altri e conseguentemente o per vivere essi o per
far vivere altrui infinite vite infinito tempo. E di qui si dee credere
che nascesse che gli antichi così poeti come prosatori erano in tanta
stima tenuti e in così grande venerazione havuti in tutti i paesi e appresso
tutte le genti quantunque barbare; e che Giulio Cesare, ancora che fusse


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