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Hesiodus - Opera et dies » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 940

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


e dare quello de' Latini, scrisse nel decimo libro quelle parole: idem nobis
per Romanos quoque authores ordo ducendus est.
E poco di sotto:
adeo ut ipse mihi sermo Romanus non recipere videatur illam solam con-
cessam Atticis Venerem.
Udite il medesimo nell'ottavo:
ut oratio
Romana piane videatur non civitate donata
. E Properzio, favellan-
do dell'Eneida, mentre si fabbricava da Vergilio, scrisse:
Cedite Romani scriptores, cedite Grai,
Nescio quid maius nascitur Iliade.

E Marziale, havendo posto tra' suoi un bellissimo, ma dishonestissimo
epigramma di Cesare Augusto, soggiunse di suo, ma non mica con quella
puritą e candidezza di lingua:
Absolvis lepidos nimirum, Auguste, libellos,
Qui scis Romana simplicitate loqui.

E non solamente la chiamavano dalla spezie latina, ma dal genere
italiana.
Conte. Questo non sapeva io.
Varchi. Imparatelo da Horazio, che disse nel primo libro de'
Sermoni, nella settima satira:
At Graecus postquam est italo perfusus aceto
Persius exclamat
etc.


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