BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Disticha Catonis » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 944

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


Conte. Questo è un fortissimo argomento; che gli rispose il
Trissino nel suo Castellano?
Varchi. Ne verbum quidem; e che volevate voi ch'egli rispondes-
se? Ma notate queste parole nelle quali afferma per verissimo tutto
quello che io ho detto: E più dirò che, quando la lingua si nomina come
genere e a genere comparata, non si può dirittamente per altro che per il
nome del genere nominare, com' è lingua italiana, lingua spagnuola, lin-
gua franzese e simili; e quando come spezie e a spezie comparata si
nomina, si dee per il nome della specie nominare, come è lingua sicilia-
na, lingua toscana, lingua castigliana, lingua provenzale e simili; ma
quando poi come individuo et a individuo comparata si nomina, per il
nome dell'individuo si dice, come lingua fiorentina, lingua messinese,
lingua toletana, lingua tolosana e simili; e chi altrimente fa, erra.

Conte. A me pare che egli dica il medesimo a punto che dite voi,
o voi a punto il medesimo che dice egli, e dubiterei che non facesse
come i ladri, se non negasse che gli antichi non iscrissono e hoggi non si
scrive nè fiorentinamente nè toscanamente, ma solo in lingua italiana;
perché lo fece egli?
Varchi. Andate a indovinarla voi; bisognerebbe che fusse vivo e
dimandarnelo; se già non s'ingannò o volle ingannarsi nelle cose e per le
ragioni che si diranno; ma considerate quanta forza habbia la verità: mes-
ser Claudio, mentre che si sforza di provarla toscana e non fiorenti-
na, la pruova mediante le sue ragioni fiorentina e non toscana.
Conte. Queste mi paiono gran cose in tale e tanto huomo, chen-
te e quale lo predicate voi; ma come si prova che egli faccia il contrario


pagina successiva »
 
p. 944