Varchi, Benedetto

L'Hercolano

lingua fiorentina sieno vocaboli e modi di dire dell'altre città e lingue di
Toscana e d'Italia; ma innanzi che rispondiate, vi do tempo a considerare
la risposta, perché questo è forse tutto il fondamento del Trissino e di
molti altri.
Varchi. Non occorre che io la consideri, perché a cotesta parte vi
risposi di sopra, quando vi dissi di quanti e quali linguaggi ella era com-
posta, e hora vi confesso di nuovo che ella ha vocaboli non solo di
Toscana o d'Italia, ma quasi di tutto 'l mondo.
Conte. Io me ne ricordava, ma voleva vedere se il raffermavate
senza la stanghetta; ma poi che raffermato l'havete, vi dico, per un argo-
mento del Trissino, che questa lingua non può chiamarsi nè fiorenti-
na nè toscana, ma bisogna chiamarla per viva forza e a marcio dispetto
italiana.
Varchi. Chi ha la verità dal suo, non ha paura d'argomento nes-
suno; ma quale è questo argomento che voi fate sì gagliardo?
Conte. Uditelo da lui stesso colle parole sue medesime:

Le spezie
con altre spezie mescolate non si possono tutte insieme col nome d'alcu-
na spezie nominare, ma bisogna nominarle col nome del genere; verbi-
grazia, se cavalli, buoi, asini, pecore e porci fosseno tutti in un prato,
non si potrebbono insieme nè per cavalli, nè per buoi, nè per nessuna
dell'altre spezie nominare, ma bisogna per il genere nominargli, cioè
animali, che altrimente vero non si direbbe.
Varchi. Quegli argomenti i quali si possono agevolmente e senza
fatica nessuna abbattere e mandare per terra, non si deono chiamare
nè forti nè gagliardi. Io dimando voi, se quei cavagli, buoi, asini,
pecore e porci che fussono a pascere o a scherzare in su quel prato fusse-
ro di diverse persone, se si potrebbono chiamare d'un padron solo.
Conte. Rispondetevi da voi; che io non lo direi mai.
Varchi. E se uno gli comperasse tutti o gli fussero donati da' loro
signori, potrebbonsi chiamare d'un solo?

pagina successiva »

p. 946