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Diogenes Laertius - Vitae philosophorum » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 620

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


e dice più cose che non sono i beati Pauli, è in uso di dire: e' vincerebbe
il palio di santo Hermo
, il quale si dava a chi più cicalava; e di simili
gracchioni si dice ancora: e' terrebbe l'invito del diciotto, o egli secche-
rebbe una pescaia
, o e' ne terrebbe la volta alle cicale, o e' ne rimette-
rebbe chi trovò il cicalare
; chi nel favellare dice o per ira o per altro
quello che il suo avversario, aspettando il porco alla quercia, gli voleva
far dire, si chiama infilzarsi da sé a sé; quando le cose delle quali si
favella non ci compiacciono o sono pericolose, s'usa dire perché si muti
ragionamento: ragioniam d'Orlando, o parliamo di Fiesole, o favelliamo
de' moscioni
, o, come dicono i volgari che disse santo Agostino a' ranoc-
chi, non tuffemus in aqua turba.
Portare a cavallo si dicono coloro i quali, essendo in cammino,
fanno con alcuno piacevole ragionamento che il viaggio non rincresca;
ma bisogna avvertire che il cavallo di questi tali non sia di quella razza
che trottino e come quello che racconta il Boccaccio, percioché allhora è
molto meglio andare a piè, come fece prudentemente madonna
Horetta, moglie di messer Geri Spina. Anco i Latini dicevano in questa
sentenza   comes facundus in itinere pro vehiculo est. Sogliono alcuni
quando favellano usare a ogni piè sospinto, come hoggi s'usa: sapete, in
effetto
, o vero in conclusione; altri dicono: ch'è, che non è o l'andò e la
stette
, altri: dalle che le desti o cesti e canestri, altri: scàppati la mano, e
alcuni: scasimo deo, e chi ancora: chiacchi bichiac<c>hi; onde d'un
ceriuolo o chiappolino il quale non sappia quello che si peschi nè quante
dita s'habbia nelle mani e vuol pure dimenarsi anch'egli per parer vivo o
guizzare per non rimanere in secco, andando a favellare hora a questo


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