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Tommaso d'Aquino - De unitate intellectus » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 621

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


letterato o mercante e quando a quell'altro, si dice: egli è un chicchi
bichicchi
e non sa quanti piedi s'entrano in uno stivale. Questi tali
foramelli e tignosuzzi che vogliono contrapporsi a ognuno si chiamano
ser saccenti, ser sacciuti, ser contraponi, ser vinciguerra, ser tutte salle,
dottori sottili, nuovi Salamoni, Aristarchi
o Quintiliani salvatichi; e per-
ché molte volte si danno de' pensieri del Rosso, si chiamano ancora
accattabrighe, becca lite e pizzica quistioni. Attutare, quando è
della prima congiugazione, non viene da tuto nè significa 'assicurare',
come hanno scritto alcuni, ma è propriissimo e bellissimo verbo, il cui
significato non può sprimersi con un verbo solo, perché è quello che i
Latini dicono hor sedare, hor comprimere, hor retundere e tal volta extin-
guere
; e usollo il Boccaccio (se ben mi ricorda) non solo nella novella
d'Alibech due volte, ma ancora nell'ottavo della Teseide, dicendo:
Onde attutata s'era veramente
La polvere e il fumo,
etc.;
e Dante, la cui propietà è maravigliosa, disse nel 26° del Purgatorio:
Ma poi che furon di stupore scarche,
Lo qual negli alti cor tosto s'attuta.

Ma attutire della quarta congiugazione significa 'fare star cheto
contra sua voglia uno che favelli o colle minacce o colle busse'.
Quando due favellano insieme e uno di loro o per non havere
bene inteso o per essersi dimenticato alcuna cosa dice: riditela un'altra
volta
, quell'altro suol rispondere: noi non siam più di maggio.


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