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Varchi, Benedetto

L'Hercolano


giunzioni che i Latini chiamavano disgiuntive, o più tosto
sottodisgiuntive, come aut, vel et sive, cioè 'o, o vero, o veramente'.
Il Petrarca:
Prima ch'io truovi in ciò pace nè tregua;
e altrove:
Se gli occhii suoi ti fur dolci nè cari;
e altrove:
Onde quanto di lei parlai nè scrissi.
Significa eziandio, posta dinanzi alla congiunzione ancora, quel-
lo che i Latini dicevano ne quidem, come: io non ti crederrei mai, nè
ancora se tu giurassi
'nunquam tibi crederem, ne si iurares quidem'.
Usasi spesso nel parlare cottidiano posta avanti alla parola vero per
avverbio che dimandi, in cotal guisa: Dante è un grave e dotto poeta,
ne vero?
cioè 'non è egli vero tutto quello che io dico di Dante?'
E in niuna di queste maniere la particella non è e non si può
chiamare affisso; ma quando ella si scrive o pronunzia con l'e chiuso,
allhora si può considerare in due modi, percioché o si pone in luogo della
preposizione in o serve a' verbi. Quando si pone in luogo della pre-
posizione in, la quale serve così al quarto caso come al sesto, bisogna
sapere che ciò si fa perché dopo la in non può ordinariamente seguitare


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