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Augustinus, Aurelius - De civitate Dei » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 758

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


E la cagione è, perché egli non si dice solamente io vo, tu vai, ma
ancora io ne vo, tu ne vai; e di più io me ne vo, tu te ne vai; onde poteva
ancor dire, secondo che si legge in alcuni testi, m'andai, in vece di n'an-
dai
, cioè me n'andai; e così si dice io vengo, io ne vengo, io me ne
vengo
, nel medesimo significato; onde nasce che quello che i Latini non
posson dire nel modo imperativo, cioè nella maniera che comanda, se
non con una parola, cioè veni, i Toscani possono dirlo con otto.
Conte. Questa mi pare una grande abbondanza; ma quali sono
eglino?
Varchi. Vieni o vien, vieniti o vienti, vienine o vienne, vienitene o
vientene, e forse se ne troverrebbero due altri, chi sottilmente andarla
ricercando volesse; ma, ripigliando dove lasciai, quando il Boccaccio
disse: ma tra tanti che nella mia corte n'usano, e tra' quali ne fu
uno
, e nè più nè meno se ne sarà, la particella ne, quanto al senti-
mento, non v'ha che fare cosa del mondo; come ancora là: Calandrino
senza arrestarsi ne venne a casa
. Similmente in queste parole: a
volerne dire quello che io ne sento
, bastava dire: a voler dire quello che
io ne sento
, o a volerne dire quello che sento, o a voler dirne quello che
sento
; ma l'uso porta molte volte che ella si raddoppii, come: a voler
dirne quello che io ne sento
. Quando ella poi riferisce persone e casi
o cose che le vadano innanzi, ella si truova, parlando del numero singu-
lare, in due casi solamente, nel genitivo e nell'allativo; se nel genitivo,
significa o 'di lui' masculino, o 'di lei' femminino, o 'di quello' neu-


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