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Plato - Sophista » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 772

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


non mai.
Conte. Perché dite voi nel terzo modo io gliele dono, che par di
genere femminino, non mascolino o neutro, e non io glielo dono, e nel
quinto più tosto donogliele che donoglielo?
Varchi. Per una propietà così fatta della nostra lingua, alla quale
vi bisogna por ben mente, perché molti c'errano. Dovete dunque sapere
che gliele, com'è doppia, così rappresenta due casi, o innanzi o dopo il
verbo che si ponga: prima il dativo, ma singulare solamente, sia di che
genere si vuole; poi l'accusativo, così singulare come plurale, sia mede-
simamente di qual genere si vuole; onde non si può dire, chi vuole cor-
rettamente favellare, piglia, verbi grazia, questo fiorino, il quale è
d'Alessandro
, e dell'Alessandra, e rendiglielo, perché bisogna dire rendi-
gliele
; nè favellarebbe regolatamente chi dicesse: queste cose sono
d'Alessandro e dell'Alessandra, toi rendigliele
, perché si deve dire rendi-
le loro
, intendendo 'di tutti e due'; similmente chi dicesse togli quei
danari, che sono d'Alessandro
, e dell'Alessandra, e rendiglieli, fallereb-
be, perché è necessario dire rendigliele. Gli essempii del
Boccaccio allegati da monsignor Bembo nelle sue Prose dimostrano ciò
chiaramente, e sono questi tre: anzi mi pregò il castaldo loro, quando
io me ne venni, che se io havessi alcuno alle mani che fusse da ciò, che
io gliele mandassi, e io gliele promisi
; e altrove: Paganino da
Monaco ruba la moglie di messer Ricciardo di Chinzica, il quale, sap-
piendo dove ella è, va e diventa amico di Paganino, raddomandagliele, e
egli, dove ella voglia, gliele concede
; e altrove: Avvenne ivi a non
guari tempo che questo catalano con un suo carico navicò in
Alessandria e portò certi falconi pellegrini al Soldano e presentòglie-
le.
Dicesi ancora per accorciamento gliel. Il Boccaccio: trattosi


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