BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plinius Caecilius Secundus, Gaius - Epistulae » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 798

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


mezze vive; che ben so, per tacere di coloro che ancora vivono, che oltra
il Bembo, il Sadoletto, il Longolio, il Polo e alcuni altri messer Romulo
Amaseo e messer Lazzaro da Basciano e alcuni altri scrivevano bene,
anzi ottimamente la lingua latina.
Varchi. Non sapete voi che, per tacere del Bembo, il quale stette
più anni in Firenze da bambino col padre, che v'era ambasciadore, e
poi vi fu più volte da sé, che molti hanno scritto e scrivono fiorentina-
mente i quali non videro mai Firenze? E tra questi fu per avventura uno
messer Francesco Petrarca; ma lasciamo lui, che nacque di madre e di
padre fiorentini e da loro è verisimile che apparasse la lingua: messer
Iacopo Sannazzaro, quando compose la sua Arcadia, non era, ch'io sap-
pia, stato in Firenze mai.
Conte. Voi vedete bene che (come dicono alcuni) vi sono delle
parole non fiorentine e delle locuzioni contra le regole, perché egli, oltra
l'haver detto:
Anzi gliel vinsi e lui non volea cedere,
ponendo lui, che è sempre obliquo, in vece d'egli o vero ei, che sempre è
retto, egli non intese la forza e la proprietà di questo avverbio affatto,
quando disse:


pagina successiva »
 
p. 798