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Seneca, Lucius Annaeus - Medea » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 802

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


che si dicesse formarum et formis ; la differenza del qual suono, se non
fusse stata avvertita da lui, nessuno hoggi, che io creda, conoscerebbe.
Dice Quintiliano che distingueva coll'orecchio quando un verso esa-
metro forniva in ispondeo, cioè haveva nella fine amendue le sillabe
lunghe, e quando in trocheo, cioè la prima lunga e l'altra breve; il che
hoggi non fa, che io sappia, nessuno. Il medesimo afferma che cono-
sceva la differenza tra 'l φ#x03C6; greco, che i Latini scrivevano per ph, e lo f
latino; il che a questi tempi non si conosce. Io ho letto con gran
piacere le giocondissime lettere che tu m'hai mandato.
Quas ad me
iocundissimas literas dedisti, legi summa voluptate
diranno alcuni, e
alcuni altri: literas quas ad me dedisti iocundissimas, summa legi volup-
tate
, e altri altramente; tanto che è possibile che nel volere variare le
clausule e tramutare le parole per cagione del numero si scrivano hoggi
cose in quel tempo ridicole; come chi scrivesse nella lingua nostra: le
giocondissime che tu lettere m'hai mandato, con sommo io ho letto pia-
cere
, e in altri modi simili e forse più stravaganti; e tanto più che l'ora-


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