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Biblia, Hbr » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 805

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


narie o con rime sdrucciole, come si vede nel Sannazzaro.
Conte. Perché diceste voi anzi qualcosa meno?
Varchi. Perché, oltra che questi stili si mescolano l'uno coll'altro,
talvolta da chi vuole e tal volta da chi non se ne accorge, e per tacere
delle feste, farse e rappresentazioni e molte altre guise di poemi, come le
selve e le satire, egli si scrive ancora da alcuni in bisticci.
Conte. Che cosa è scrivere in bisticci?
Varchi. Leggete quella stanza che è nel Morgante, la quale comin-
cia:
La casa cosa parea bretta e brutta,
o tutta quella pistola di Luca Pulci che scrive Circe a Ulisse:
Ulisse, o lasso, o dolce amore, io moro,
e saperretelo; la qual cosa fa hoggi Raffaello Franceschi meglio e più
ingegnosamente o almeno meno ridevolmente di loro. Ora voi
havete a sapere che nelle maniere nobili, cioè nella prima e nell'ultima
delle sette, possono i forestieri così bene scrivere, e meglio, come i
Fiorentini, secondo la dottrina e l'esercitazione di ciascuno; perché alcu-
no quanto harà migliore ingegno, maggior dottrina e sarà più esercitato,
tanto farà, o fiorentino o straniero che egli sia, i suoi componimenti
migliori; ma nell'altre cinque maniere non già. E che ciò sia vero,


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