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Aristoteles - De partibus animalium » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 847

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


Non disse il Petrarca medesimo:
Virgilio vidi, e parmi intorno avesse
Compagni d'alto ingegno e da trastullo, etc.
,
intendendo de' poeti elegiaci e lirici?
Conte. Voi non fate menzione alcuna delle tragedie, il quale,
secondo che mostra Aristotile contra Platone, è il più nobile poema che
sia?
Varchi. Io non ne fo menzione, perché, a dirvi il vero, ancora che
le mandassi a chiedere a lui, non potei havere e conseguentemente legge-
re quelle del Giraldo, il quale ha grido d'essere ottimo tragico. So bene
che quando la sua Orbecche fu recitata in Ferrara, ella piacque maravi-
gliosamente, secondo che da due cardinali, Salviati e Ravenna, che a
tale rappresentazione si ritrovarono, raccontato mi fu; e la
Sofonisba del Trissino e la Rosmunda di messer Giovanni Rucellai, le
quali sono lodatissime, mi piacciono sì, ma non già quanto a molti altri.
La Canace dell'eccellentissimo messer Sperone è stata giudicata da
altri ingegni e giudizii che il mio non è. La Tullia di messer
Lodovico Martelli, se havesse buona l'anima come ha bello il corpo, mi
parrebbe più che maravigliosa e da potere stare a petto alle greche.


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