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Plinius Secundus, Gaius - Naturalis historia » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 889

Varchi, Benedetto

L'Hercolano


rispetto veruno, loda e ammira lo stile del Castelvetro.
Varchi. Non equidem invideo, miror magis, se già non lo
facesse, perché pochi scrivono hoggi i quali osservino le regole come
egli fa; e in questo, se non lo ammirassi, il loderei anch'io, anzi il lodo,
ma vie più il lodarei, se non fusse (come dice messer Annibale) tanto
sofistico e superstizioso e la guardasse troppo in certe minuzie e sotti-
gliezze le quali non montano una frulla; e mi par quasi che intervenga
a lui nello scrivere come avvenne a Teofrasto nel favellare; senza che
voi dovete sapere che come anticamente la latinità, così hoggi la tosca-
nità schifa anzi biasimo che consegua lode (come testimonia Cicerone
medesimo), cioè che chi scrive correttamente, in qualunche lingua egli
scriva, merita più tosto di non dovere esser biasimato che di dovere esse-
re lodato.
Conte. Di messer Giulio Cammillo?
Varchi. Me ne rimetto a quello che scrive e testimonia di lui, suo
amicissimo, messer Hieronimo Muzio in una lettera al marchese del
Guasto.


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