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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Cerretani, Bartolomeo Dialogo della mutatione di Firenze - p. 44

Cerretani, Bartolomeo

Dialogo della mutatione


legge, che la città molte volte ha tenuto poco conto di Roma o sua pre-
lati, il che ha errato, si cominciò asettare lo stato civile, et visto che
quanto era più stretto tanto era più improprio et meno atto alla reli-
gione, che sai che havete voi altri dello stato un motto che dice «  e' non
si può tenere lo stato con paternostri
», però lo fondò più civile e largo
che stato che vedessi mai più la città nostra. Et perché surse tante difi-
cultà in darli la sua perfetione che non si potessi finirlo, secondo lui Dio
si adirò col popolo fiorentino.
Vedi, Giovanni, le cose grande bisogna abassarle rispetto alla perfe-
tione nostra. Con simili parole adirossi perché pochi inutili membri in-
pedivono l'opera buona di tutto un corpo, e perché e buon cittadini fa-
cevono l'opera di Dio freddamente; et per questo gli fece dire che Dio ci
percoterebbe, ma che il mal nostro non sarebbe a morte, et che e cattivi
vorrebbono et farebbono, et che noi non lo credevamo, expose per lo
stato della città l'Evangelo di Lazzero. Di qui, come sanno più mia
amici, conietturai sempre che quello stato havessi a morire et dipoi a
risucitare. Come lo risucitò, in statim o a poco a poco?
GIO.: A poco a poco.
GIR.: Disse a' discepoli: «Andianne a risucitare il nostro amico Laz-
zero». Andorno, giunse, domandò per spatio del suo male, dolsesene
con li parenti, andonne al munimento, fello aprire, orò et chiamò: «Laz-
zero, vien fuori»; el quale venne come stava, con le mani e piedi legati.
Che fece? Seguì il Signore, et mai più si vidde rallegrare o ridere.
GIO.: Idio perché lasciò morire Lazzero per averlo a resucitare?
GIR.: Lasciollo morire per mostrare la grandezza del suo figl<iuol>o
et che li Ebrei mediante queste opere gli credessino.
GIO.: Perché adunque ha lasciato rovinare quello stato se l'ha fatto
Dio?.
GIR.: A fine di maggior bene, perché li huomini credino un'altra
volta a' sua servi, et che chi era caldo alla sua opera sia di fuoco, et che
chi non ha voluto fare iustitia la facci, et che si conosca se Dio scioglierà
i cani et havessi dato un cattivo capo quanto mal seguiva, come era stato
dipinto e detto in più d'un luogo.
GOV.: Adunque lo risuciterà questo stato popolare, o vuoi Laz-
zero?
GIR.: Risuciterallo a ogni modo.
GOV.: In istante o con tempo?
GIR.: Con tempo. Quest'ho io detto per opinione, benché la mia non


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