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Gellius, Aulus - Noctes Atticae » Cerretani, Bartolomeo Dialogo della mutatione di Firenze - p. 61

Cerretani, Bartolomeo

Dialogo della mutatione


GIR.: Il frate quando voleva mostrare in che modo havevono a venire
queste tribulationi diceva che apresso a questi naturali son dua moti: un
continuo, che è quello del sole et delli altri segni celesti; l'altro chiamava
interpellato, e questi era in queste forme inferiori, cioè nelli animali o
piante o ne l'huomo, perché questi crescono alquanto, poi si fermano,
poi ricrescono, dipoi si fermano, e questo chiamon moto interpellato. In
questo modo dice che havevono a venire le tribulationi, che verrebbe
che una città sarebbe angustiata o tribolata per sacco o altra rovina, di-
poi si fermerebbe il male, e che gli huomini direbbon: «Questo male è
pur pasato», e verrebbe un altro moto e spaccierieno un'altra città. Et
che a questo modo Italia haveva a essere tutta battuta, di sorte che per
insino a hoggi e' ci resta pochi luoghi che il moto non vi sia giunto: il re-
gno di Napoli et in particular Gaeta; e tutti li altri luoghi: Pisa in To-
scana, Pistoia, Prato, Arezzo, Urbino e tutta la Marca, e Siena, Genova,
Alessandria, Noara, Pavia, Piacenza, Parma, Milano, Genova, Crema,
Brescia, Vicenza, Padova, Ferrara, tutta Romagna et in particular Ra-
venna, Faenza, Bologna, tutti questi luoghi hanno hauto un sacco o
poco meno. Che di' tu, Giovanni?
GIO.: Egli è il vero. Ma a Roma e Firenze?
GIR.: Firenze ha hauto di gran [...] e non li ha a mancare del male,
benché essendo la eletta doverrebbe haver meno. Ma Roma, secondo
quella dottrina, ha a essere l'ultima che havrà il moto, ma gli ha a essere
singulare, perché singularmente ha errato e peccato.
GOV.: Quanto vogliamo dir che ci sia presso quest'ultimo moto?
<GIR.>: Bisogna che ci sia prestissimo, perché tutto quasi è suto
tocco dal moto et hanno dimenticato profeti e la vita cristiana, e bal-
lono, cantono et hanno il paradiso, e tu sai quello che si è detto di sopra.
Ma lasciamo ire profetie et ogni altra ragione; par t'egli che la religion
cristiana habbia a stare a questo modo, o egli è forza che la manchi et
che la sia stata inventioni d'huomini, il che non può essere, o che Dio
non habbia patientia?
GOV.: In verità che la sta male, io dico male affatto, questo è pur
vero. Segui, Dio ci aiuti.
GIOV.: Sendo le cose in questi termini si cominciò a pensare di colo-
rire; e benché fussi oppenione a Roma in luogho de' 70 di fare 140, ri-
spetto a' molti qualificati, Lorenzo e quelli che lo consigliorno ferno una
provisione che la Signoria havessi autorità di fare e 70, e feronli publi-
care, inteso che non ne potessi essere chi non era veduto o seduto gon-
faloniere, né più che dua per casa. Fu questa eletione di qualità che lo
stato non se ne sarebbe valuto in uno stretto, perché Giovanbattista Ri-
dolfi e Piero Guicciardini vostro padre, e delli altri vi vollono gli parenti
et amici, di che si smarrì il fine, huomini da bene ma non palleschi. Fessi


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