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Aristoteles - Ars rhetorica » Persius Flaccus, Aulus - Saturae » Cerretani, Bartolomeo Dialogo della mutatione di Firenze - p. 67

Cerretani, Bartolomeo

Dialogo della mutatione


honore; et vedendosi in viso, con qualche motto andavono nutricando
le fantasie vecchie, aiutando con le fave l'un l'altro, usando insieme. E
che questo fussi vero, ne l'arte de' mercatanti hebbe più voti un citta-
dino che Lorenzo de' Medici, nel consiglio del 100 che era scelto dello
stato; et i frateschi havevon più favore di noi, et ogni cosa destava li
homori vecchi.
Letto e confessato di sua bocca, e come diceva che gli apariva
spesso fra Girolamo per haver credito, lo trassono di pergamo, dove
fu preso e tolto loro dal populo. Pure si ricondusse in vescovado
salvo. Dipoi fu confinato, et ultimamente si trova, per non havere os-
servato il confino, in su le galee del Papa. Sì che vedi, Girolamo, che
causa fra Girolamo e che male fa, non solo al temporale nella città
nostra ma universale a lo spirituale, perché visto questi progressi e
fini l'università che ne discorre particularmente debbe credere tutto a
un modo, e che ogni cosa sia.
GIR.: Credi tu ch'el lume di Dio sia una medesima cosa?
GIO.: Credo.
GIR.: Sempre?
GIO.: Sempre.
GIR.: In ogni luogo?
GIO.: In ogni luogo.
GIR.: E che quello che fu nella primitiva Chiesa debbe essere in
questa?
GIO.: Debba essere.
GIR.: Ha' tu letto gli Atti delli apostoli?
GIO.: Rade volte.
GIR.: Se tu gli leggi tu vi troverrai di queste medesime cose assai, che
non solo hora ma in mentre che la religione era nel principio tutto dì ne
surgeva, e questo era pur soffocare la religione et ordini delli apostoli;
perché così come quelle falsità che sursono a' tempi delli apostoli non
suffocorno la vera religione di Cristo, così queste non hanno a 'mpedire
l'opere del frate, sendo quelle nette di tristitia. Ma Dio le lasciò surgere
per tenere li animi di quelli primi cristiani, detti zelanti, intenti, providi
al mantenere quella religione, e che per queste persecutioni si eccitas-
sino, riscaldassino et ardessino nel zelo del Signore; così ne' nostri
tempi, e che queste sono ragioni mia.
GIO.: E' mi dà noia assai e pare mi offenda quando voi aguagliate le
cose di fra Girolamo a quelle di Dio, e mi pare un dispregio che quasi lo
vogliate fare uno dio, il che mi pare inconveniente.
GIR.: Non solo fra Girolamo, ma il minimo cristiano che sia, volendo
essere cristiano bisogna che quanto più può si aguagli a Dio, altrimenti
non saria. E che sia il vero, dice: «Come fo io fate voi», et in molti altri


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