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Caporali, Cesare - La corte » Cerretani, Bartolomeo Dialogo della mutatione di Firenze - p. 20

Cerretani, Bartolomeo

Dialogo della mutatione


dotti, alla voce sua predicando et dicendo queste formali parole: «Gla-
dius domini super terram cito et velociter
. Questo dice il Signore, io ve
lo dico da parte di Dio
», sendo dalla inmensa dottrina amirate, da que-
sta profetia spaventorno e pieni di terrore stupivano. Forse che furno
huomini di bassa qualità? anzi furno la gloria et sapientia di dua secoli el
conte Joanni de l'Amirandola, messer Malatesta da Rimini, messer Mar-
silio Ficino, messer Ulivieri Arduini, lo Scottino de' Benivieni, e molti
altri huomini singulari. Sì che adunque questo uffitio bisogna aplicarlo a
questo frate; se ti pare che questo uffitio si differisca a lui, par t'elli an-
darne chiaro, che questa Chiesa ne habbi di bisogno?
GIO.: O ella ne havea bisogno anche 200 anni fa, quando fu Urbano,
e poi tanti mali che svegliorno nella Chiesa di Dio.
GIR.: Non ti diss'io che in cotesti tempi idio soccorse la Chiesa sua
con san Francesco et san Domenico, le quali religioni sono invecchiate?
E non era in cotesto tempo nelle chiese molti vitii e mancamenti che vi
sono hora. Allora vi era l'avaritia et l'ambitione, hora vi sono giunti
molti altri mali, e quello che è maggiore, che non credono che sia nulla
doppo la morte e dicanlo et hanno il paradiso. E tu sai quello ch'io ti ho
detto, che ogni volta che li huomini hanno fatto il paradiso et Idio apre
l'inferno et viene la ruina. Sì che per tutte queste ragioni, apartenendosi
questo uffitio dell'essere mediatore alla trionfante e la militante a fra Gi-
rolamo, et la Chiesa havendo non bisogno ma necessità di gittare lo sco-
glio, bisogna confessare che sia stato vero profeta.
GIO.: In verità, se non si fussi dipoi impacciato di volere dare il go-
verno e le legge alla città nostra e travagliarsi di nostra pace più con que-
sto principe che con quello, et amicitie e modi di vivere e consigli e ri-
forme di donne e fanciulli, questo si potrebbe forse aconsentire. Ma e'
mostrò in molti modi di volersi far capo nella città nostra, non solo del
temporale ma dello spirituale, per dare non solo modo nuovo dato da
lui del governare la città, ma fare principio a un nuovo dogma di reli-
gione, per introdurlo, quando per mezzo del concilio fussi divenuto
grande, et disposto il Papa, e creato sé o un altro al pontificato. E di
questo se ne vedde molti segni e più, che non solo la città nostra ma
dove si condusse l'opere sue metteva dissensioni et divideva e padri da'
figli, el fratello dal fratello, e nelle regole di monache e frati tutti erano
in parte.
GIR.: E' mi piace parlar teco, perché tu non fai come quasi tutti
quelli che non piace lor questa cosa bruttamente fanno, e questo è che si
adirano, saltano et anche merebbono le mani, ma gravemente, come fu
sempre tuo costume, procedi al trovare la verità, con patientia e pruden-
tia e con quella modestia che si ricerca a un savio.


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