Castelvetro, Lodovico
Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi
questo «Domandal tu, che piú te gli avicini, / et dolcemente sí che
parli, accolo», sponendolo a punto come qui ha lasciato scritto il
Bembo. Il quale allhora si fece beffe della predetta spositione, affer-
mando che se accolo havesse voluto dire 'accoglilo', non accolo ma accol-
lo si sarebbe convenuto dire. Né mai poi in processo di tempo fece se-
gno alcuno, quantunque piú volte ne ragionassero inseme, d'accor-
darsi al parer suo, forse per non confessare in diminuimento dell'ac-
quistato grido che altri intendesse luogo di poeta vulgare non inteso
da lui, o per alcuno rispetto il quale non potè in tutto esser commen-
dabile. Ma non dimeno è da sapere che Francesco da Buti pisano et
Benvenuto da Imola, sponitori antichi di Dante, havevano prima
dell'heremita et del Bembo conceputo il vero intelletto di questo
luogo.
Et è verisimile che il Varco m'insegni come doveva io dire, vo-
lendo che io dicessi come lui:
Dante «Et dolcemente, sí che parli, accolo», cioè accogli lui, come
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