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Biblia, Io » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 170

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


nute dall'accento aguto della voce a cui s'accostano. Hora se
non possono ricevere accento, come vuole il Roscello loro so-
praporgli? Se perciò gli vuole loro sopraporre perché concor-
rono, pogniamo, a propositione con ha verbo, et o particella
scompagnativa con h o verbo, l'accento si dee sopraporre a
quelle voci che il ricevono et l'hanno, cioè ad ha et ad ho, non
parendo a lui che per distintione di queste voci basti l'h, che è
compagna dell'una et dell'altra. Ma poiché il Roscello, secon-
do che affermate, ha impreso a mostrare tutti gli errori del
Boccaccio commessi nelle novelle, veggiamo se n'ha dimostra-
to uno che è, secondo me, in quelle parole del fine della prima
giornata:
Dioneo solamente, tutti gli altri tacendo già, disse: «Madonna, come
tutti questi altri hanno detto, cosí dico io sommamente esser pia-
cevole et commendabile l'ordine dato da voi. Ma di spetial gratia vi
chieggio un dono, il quale voglio che mi sia confermato per infino a
tanto che la nostra compagnia durerà, il quale è questo, che io a que-
sta legge non sia costretto di dovere dire novella secondo la proposta
data, se io non vorrò, ma qual piú di dire mi piacerà. Et accioché alcun
non creda che io questa gratia voglia sí come huomo che delle novelle
non habbia alle mani, infìn da hora sono contento d'esser sempre
l'ultimo che ragioni».

Hora in queste parole ha errore che non conveniva a Dioneo a
dire di volere essere sempre l'ultimo che novellasse per dimo-
strare che havesse delle novelle alle mani, bastandogli sola-


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