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Aristoteles - De anima » Biblia, 1 Cor » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 183

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


Elle non sanno delle sette volte le sei quello che elle si vogliono elle-
no stesse,


et non «i sei settimi delle volte». Et s'usa per tutto di dire:
«Egli ha delle tre le due parti del giuoco». Et si legge nelle No-
velle antiche
:

Sí che trentaquattro dí dopo la morte di Salamone perdé delle dodici
parti le diece del suo reame per lo folle consiglio de' giovani,


et non «i cinque sesti del suo reame» o «i diece duodecimi del
suo reame».

[xxxii] All'illustrissimo e eccellentissimo signor suo e pa-
drone osservandissimo il Signor Don Francesco Medici
prencipe della gioventú fiorentina e di quella di Siena,
humile e divotissimo servo Benedetto Varchi.


Tutte le cose che si fanno sotto la luna, si fanno, Illustrissimo
et Eccellentissimo Prencipe, o dalla natura mediante Dio, o
dall'arte mediante gli huomini. Delle cose che si fanno dalla
natura mediante Dio, la piú nobile e la piú perfetta è, senza al-
cuna controversia, l'huomo, sí in quanto alla materia sua, cioè
al corpo, il quale, non ostante che sia generabile e corrottibile,
come quello degli altri animali, è nondimeno il piú temperato
e il meglio organizato e insomma il piú degno e il piú maravi-
glioso che ritrovare si possa, e sí massimamente in quanto alla
forma, cioè all'anima. Con ciò sia cosa che l'intelletto humano
posto, come diceva quel grandissimo arabo Averrois, nel confi-
ne del tempo e della eternità, come è l'ultima e la men perfetta
di tutte l'intelligenze divine e immortali, cosí è la prima e la
piú nobile fra tutte le creature mortali e terrene. Delle cose che


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