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Diogenes Laertius - Vitae philosophorum » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 208

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


scia infìno alla morte, inanzi et vicino alla quale, come testimo-
nia lo stampatore, egli l'ammendò et ricorresse; li quali er-
rori di memoria non affermo d'haver raccolti tutti, potendone
haver tralasciati molti, sí perché, come dissi, mi truovo in parte
dove non ho libri, sí perché son tanto mal trattato dalla 'nfer-
mità che la memoria mia, la quale sempre fu debole, al presen-
te meno m'aiuta in presentarmi le parole formali de' libri che
non suole fare.
Hora perché Benedetto Varchi appone agli autori alcuna
volta quello che non dicono, et talhora muta quello che dicono,
et quando cita quello che dicono come detto in un luogo <av-
viene> che è stato detto in un altro, seguita che gli errori di me-
moria del Varco sieno di tre maniere, o errori per apponimen-
to, o errori per mutamento, o errori per islogamento.

[xliii] Errori per apponimento.

Appone adunque il Varco a Vergilio che dica: «Ne quaere
doceri
» (388.34):

Elle furon tali, che colle parole di Virgilio, o piutosto della Sibilla, vi
dico: «Ne quaere doceri»,

le quali non sono parole né di Virgilio né della Sibilla.
Appone ad Aristotele che dica che gli altri scrittori adopera-
no una maniera et una parte sola d'eloquenza, et che i poeti
l'adoperano tutte (123-22), dicendo:


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