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Plato - Epinomis » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 221

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


porge al poeta, e 'l fine s'è il diletto surgente dall'harmonia di
cui sono partefici i versi. Et è da porre mente che Aristotele
ha per arte seperata la versificatoia dalla poesia, anchora che la
poesia non habbia stato senza essa, sí come la grammatica è ar-
te diversa dalla poesia, avegna che la poesia non habbia stato
senza essa, et la versificatoia dall'altra parte non ha stato senza
la poesia, essendo stata ritrovata solamente per servire a lei.
Laonde alcuno si domanda versificatore o quanto all'ufficio o
anchora quanto al fine quando serve et s'accompagna con poe-
sia rea quale è quella del Caro, il quale non ha peccato nella
versificatoia nella sua canzone, ma nella poesia.

[xlviii]
32.11 Non cita a tempo questi versi di Dante nel
canto XXVI del Purgatorio:

Cosí perentro loro schiera bruna
s'ammusa l'una con l'altra formica,
forse a spiar lor via et lor fortuna,


percioché la disputa del Varco era se gli animali con voci possa-
no significare i loro affetti o le turbationi dell'animo, et l'es-
sempio delle formiche non parla che con significatione di voci
dimostrino o affetti o turbationi, ma che con accostare l'una il
muso al muso dell'altra forse spiano lor via et lor fortuna.


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