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Plato - Sophista » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 227

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


ma il tacere d'uno quando a lui tocca la risposta, opera et signi-
fica che l'altro non parli, a cui la risposta meno tocca. Sí come
havendo Statio dimostrata l'affettione che haveva d'essere con
Virgilio et di conoscerlo grandissima, a Virgilio toccava manife-
starsi, il che non voleva anchora fare, et tacendo, dimostrava a
Dante, a cui meno toccava il manifestarlo, che dovesse tacere.
86.20 Non pruova il verso di Dante addotto dal Varco pur
nel ventesimo primo del Purgatorio:

Io pur sorrisi come l'huom ch'amicca,

che «ammiccare» sia 'far cenno con gli occhi', o significhi nic-
tare
latino, percioché parla del riso. «Io pur sorrisi», ché riso et
pianto son tanto seguaci:

Perché la faccia tua testeso
un lampeggiar d'un riso dimostrommi.


«Ammiccare» adunque non è simplicemente o propriamente
'far d'occhio', o 'cenno con l'occhio', ma 'fare alcuno atto per si-
gnificare ad altrui alcuna cosa', et viene da >micare latino, che si-
gnifica 'risplendere' e 'scintillare', et 'mostrare la luce nelle te-
nebre'. Laonde Dante ottimamente soggiunse:

Un lampeggiar d'un riso dimostrommi.


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